mercoledì 19 novembre 2014

Un tappeto di soldatini

Salgo le scale, supero la porta, pago il biglietto, scendo altre scale e finisco in una sala buia. Le scritte e i quadri mi ricordano della Prima Guerra Mondiale, inizio a guardare l’ambiente in generale e i quadri in particolare. Poi mi giro verso il centro della sala e lì un tappeto! Sul serio? Che senso ha lasciare un tappeto nel mezzo di una sala di museo?


Carpet, Veronika Dreier - Leopol Museum
(Foto e diritti di Angela Rossi)


La mia reazione è di perplessità. Mi avvicino per capire il perché della sua presenza ed ecco che quelle piccole fibre iniziano a mostrarsi nelle loro vere sembianze. Tanti tantissimi soldatini si palesano davanti ai miei occhi vicinissimi alla loro plastica. Un tappeto di vite cedute alla guerra. Tra lo stupore un misto di orrore. QUANTE vite!

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
(G. Ungaretti – Soldati) 
So che il richiamo è scontato, ma credo quanto mai calzante. 
 
Carpet, Veronika Dreier - Leopol Museum
(Foto e diritti di Angela Rossi)
Veronika Dreier © Leopold Museum - Wien

L’idea è di Veronika Dreier. L’evento, che si è concluso  a settembre, è stato And yet there was art! al Leopold Museum di Vienna. Questa exhibition ha affrontato i ricordi della guerra attraverso diverse forme e artisti di diverse nazionalità (anche italiani) e tempi, lasciando al visitatore l'impressione di percorrere un viaggio di fatiche tra la dispersione dei paesaggi che la Terra offre e i dolori che la natura della guerra ti lancia dritto in faccia con una certa soddisfazione. 
La differenza tra chi ha vissuto la guerra e chi ne rappresenta un ricordo alterato è evidente, non solo nelle idee ma anche nelle emozioni. Ma in entrambe le tipologie permane una spersonalizzazione degli uomini, visti solo come moltitudine e soldati e non più come individui. 


Russian soldier di H. Boeckl


Surging soldiers di
Albin Egger-Lienz


Raluca Popa © Leopold Museum - Wien

Albin Egger-Lienz (1917) © Private Collection

Sito dell'exhibition: qui 

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