Oggi su Google compare una gif con un calciatore brasiliano e affianco la scritta “Percorri le strade del Brasile, dipinte per festeggiare i Mondiali” nello spirito del Street Art Project.
Una moltitudine di pensieri ha preso forma nella mia mente. È una bella cosa? Non lo è? Da quel poco che sono riuscita a leggere per i brasiliani è una tradizione e per ogni Mondiale di calcio sono soliti colorare in vari modi il loro Paese. Bella idea sicuramente! Ma qualcosa non mi convince e questi graffiti non mi rallegrano. Nata negli anni '70, si tratta di un'arte fortemente legata ai vagoni di treni e metropolitane e soprattutto ai luoghi più degradati delle città. La mia idea di graffitismo è un mix di protesta e libertà. Per questa ragione non riesco a vedere allegria in queste espressioni. E trovo profondamente ipocrita il gruppo di writers che venderebbe anche un braccio ai collezionisti per una fama più “acculturata”. In realtà sbaglio io, perché in questo settore la libertà è poca, soprattutto nell’intenzione. E artisti come un Jean Michel Basquiat, per esempio, diventano tali solo ed esclusivamente per sentirsi famosi. La protesta (e creatività!) arriva dopo quando vengono prosciugati da un mercato che li considera semplici prodotti.
Basquiat all'opera |
Untitled (or the skull) |
Chiarisco che promuovo la street art, mi piace e penso che ci dovrebbero essere più spazi dedicati a questa espressione, non solo per preservare altri luoghi non adatti e pure poco visibili, ma anche per dare maggior risalto al lato più creativo per allontanarlo dal vandalismo. Ancora molti confondono la street art con le molteplici scritte o segni realizzati da persone annoiate. E' notizia dello scorso maggio (2014) che Pisa ha deciso di dedicare alcuni muri a degli artisti, a 25 anni dall'opera di Haring.
Tuttomondo realizzato da Haring a Pisa |
Il fenomeno oggi è portato avanti dall’inglese Banksy,
artista dall’identità ancora non del tutto svelata, che devo dire ha
conquistato anche me. Ci vedo un velo di romanticismo nei suoi occhi, anche in alcune critiche c’è un alone di malinconia che secondo me le rende poetiche.
Un ruolo importante ha assunto invece nell’America Meridionale dopo anni di forti divieti. L’impressione è che la protesta sui muri in questi luoghi abbia ripreso vita mischiandosi ad una grande rabbia verso il mondo politico e verso la corruzione. Il trionfo della propria cultura tradizionale è evidenziata da bellissimi disegni e colori, mentre la critica punta più al messaggio che all'estetica e mi chiedo: è una scelta o un limite?
Brasile |
Argentina |
E voi cosa ne pensate?
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