lunedì 20 ottobre 2014

Silvia Grav: la poetica dell’inconscio tra sogni ed incubi

Di nuovo qui. E si ricomincia in grande stile. Dopo i molti cambiamenti che sono avvenuti nelle nostre giovani vite da blogger, l’estate che ancora lascia strascichi di caldo e le idee da riordinare ecco che oggi vi presento un’artista spagnola molto giovane e di certo interessante. 



Si tratta della fotografa Silvia Grav, classe 1993 originaria di Madrid. Una bella recensione del suo operato la potete trovare su un post di ClikBlog del luglio 2013. Io non mi dilungherò molto a parlare della sua tecnica, di come compone le immagini, di cosa ci vuole comunicare e perché. 

Lei esiste, è in quanto vive. Così le foto che produce, ogni progetto, ogni sfumatura di grigio (altro che cinquanta!) ogni pixel sono intrisi di molteplici significati. E riflette, così giovane, su morte, dolore, amore, passione, vita, sogno, delirio e realtà mescolandoli insieme, legando il sacco dentro cui ha messo questi ingredienti e scuotendolo per bene, fino a far uscire… questo.






"La Falta" - Video di Sivia Grav e musiche di Rauelsson




 



Hago fotos para exponerme; porque me siento terriblemente incapaz; y con incapaz quiero decir sola, coja y ciega. Una inválida social al fin y al cabo, que no encuentra o no decide dónde encajar o hacia dónde escapar. Una cobarde escondiéndose en esta falsa valentía que veo en vosotros, acompañados; y que ya no soporto ver en mí. Él sólo es el recuerdo de que ningún traje encaja ni encajará en mi piel; de que seguiré siendo una práctica máquina de inventar excusas con el único fin del autoengaño, de hacer más soportable lo insoportable; de mantener vivo el recuerdo de que un día admiré la vida de tal forma que me juré no querer morir nunca.














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