Mercoledì scorso si è conclusa per me l’avventura alla
Pergola, una bella stagione fatta di molte risate, qualche bella sorpresa e
anche qualche delusione. In programma una commedia con Eros Pagni e Tullio Solenghi, se proprio
devo dirla tutta mi era stato sconsigliato questo spettacolo: i miei
genitori proprio l’anno passato videro questi comici e rimasero di sasso quando iniziarono a parlare in un dialetto del nord, morale della favola dormirono quasi tutto il tempo. Nonostante questo avvertimento, con il bagaglio già
pieno di emozioni per questa stagione ahimè ormai passata, mi facevo strada per
prendere posto in platea, fila I posto 152.
La storia è tratta da una commedia teatrale di Neil Simon, drammaturgo made in USA, del 1972, dalla quale poi si sono ispirati per un film del 1975 con titolo omonimo “I Ragazzi Irresistibili” (“The Sunshine Boys”) e uno sceneggiato televisivo con Woody Allen. Siamo negli anni ’70, due vecchi comici che non si parlano ormai da più di dieci anni, Lewis e Clark (se cercate i nomi su Wikipedia vi viene fuori l'avventura di due esploratori dell'800), vengono contattati da un emittente televisivo che li ingaggia per riprendere un loro sketch da inserire in un programma sulla nascita della comicità in America. Il fatto è che questi cocciuti e paranoici signori si odiano a tal punto che nessuno ha voglia di rivedere l’altro. La storia, per quanto possibile, si infittisce e tra preghiere dei parenti e pressioni da parte degli agenti i due si rincontrano, si confrontano e finalmente trovano una compromesso, peccato che non riusciranno comunque a registrare il pezzo per via delle continue interruzioni e fissazioni dei due matusalemme della risata.
La dimensione umana, e quanto mai attuale, della senilità mi ha colpito per la sua semplicità e immediatezza: la commedia ci offre uno spaccato di due diversi modi di invecchiare, lontano dai riflettori, dal successo e dalla fama, dove rimpianti e ricordi del passato si scontrano con una società nettamente cambiata. L’environment ci rende una atmosfera pacata, nostalgica e verosimile; spesso nelle situazioni, nelle battute, ho ritrovato la normalità del vivere con mia nonna in casa, tra lamentele e pretese, ma anche racconti della vita passata e tanta tenerezza.
La risata è assicurata, i due attori, un po’ avanti con
l’età, hanno avuto la capacità ancora di trasmette emozioni e farmi comprendere
un punto di vista del tutto estraneo al mio. La bellezza e la semplicità del
finire della vita, dell’esistenza che si avvia per il viale del tramonto, non
con terrore, disperazione o angoscia, ma con il sorriso e la battuta sempre
pronta è l’essenza stessa di questo spettacolo, e così rivedo pure i miei
nonni: forti e sereni nella loro anzianità.
Un grazie a chiunque abbia permesso a me e molti altri
di emozionarci, farci sognare ed imparare qualcosa di nuovo, con la speranza di
non smettere mai di farci sommergere e sorprendere da un’arte così meravigliosa
quale è il teatro.
Una stagione di prosa veramente splendida dal mio punto di vista. Quest'ultimo spettacolo l'ho trovato finemente intelligente, capace al contempo di far sorridere e pensare sulla sempre complicata condizione della senilità.
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