lunedì 10 marzo 2014

TV show vol.1: American Horror Story

Orrore, la pagina bianca, di cosa posso parlarvi oggi? Cinema, teatro, musica, no, oggi vi parlerò di una delle serie TV che preferisco, ovvero American Horror Story. Non ero molto incline a guardarlo, da come ne parlavano le recensioni sul web sembrava solo la solita storia con sesso, morte e paura, un mix tra Desperate Housewives, The Tudor e Nip/Tuck. Parlando con un ragazzo mi sono incuriosita, soprattutto dopo aver visto una terrificante immagine para-artistica (una statua della Madonna perfettamente candida che piange lacrime nere) che lui usava come immagine profilo su Facebook mi sono convinta a mettere da parte le mie riserve e chiedere consiglio al tizio. Ovviamente iniziò a tessermi le lodi di questo telefilm e mi convinse a guardare la prima puntata.




Vi farò una piccola introduzione per farvi capire la portata innovativa e geniale di A.H.S.; le trasmissioni sono iniziate nel 2011, Wikipedia la classifica come genere horror, thriller, drammatico: 

“Richiamando caratteristiche delle serie antologiche, la fiction venne concepita in modo che ogni stagione avesse trama, ambientazione e personaggi diversi. Al suo debutto la serie ebbe un’accoglienza mediamente positiva dalla critica e un ottimo riscontro di pubblico; la première risultò la più vista di sempre sulla rete FX.”

Gli ideatori sono famosi (aimè) per aver prodotto la serie di successo Glee, parlando di American Horror Story Wikipedia ci informa che “ i dirigenti della 20th Century Fox Television presentarono American Horror Story come un'affascinante e innovativa serie che reinventa il genere horror. In seguito, Ryan Murphy spiegò di aver voluto fare qualcosa di completamente diverso da quanto fatto precedentemente, che andasse a sfruttare un differente aspetto della sua personalità, amante del genere horror e attratto dalle cose oscure. Murphy la descrisse come un thriller psico-sessuale ispirato dal cinema horror degli anni sessanta e settanta, definendola come il suo prodotto televisivo di cui è più orgoglioso. La tonalità oscura e psico-sessuale della serie fu invece ispirata dalla soap opera del 1966 Dark Shadows, di cui la nonna di Murphy era molto appassionata, costringendo alla visione anche il nipote. Brad Falchuk, invece, chiarì che American Horror Story ha l'obiettivo, oltre che di spaventare gli spettatori, di raccontare il genere horror da una nuova prospettiva, sfida che definì molto intrigante.





















E direi sfida vinta appieno dalla eccentrica coppia, Murphy e Falchuk infatti hanno non solo veicolato il genere introducendolo con successo in un programma destinato al vasto pubblico, ma lo hanno anche rivoluzionato e attualizzato secondo le esigenze visive di oggi. Dettagli perfettamente studiati, dialoghi e situazioni così assurde da sembrare per forza reali, ambientazione, scene, costumi e musiche calzanti che si mescolano e riescono a trasportarti dentro il mondo contorto da loro creato.

Spoiler - The Name Game, la scena più bella di A.H.S. - Asylum

Effetti speciali e trucco impeccabili, come non ricordare l’attrice che nella seconda stagione interpreta una ragazza microcefala, insomma quasi una cura maniacale al servizio della resa veritiera di ciò che osserviamo.


 Pepper make-up


Ad oggi sono state prodotte tre stagioni, ognuna tematicamente slegata dall’altra, ma con la piacevole caratteristica di mantenere il cast più o meno inalterato per ognuna, cambiano solamente i ruoli assegnati. La prima stagione intitolata inizialmente solo American Horror Story (il sottotitolo Murder House è stato aggiunto in seguito), in onda nel 2011 negli USA, racconta sostanzialmente la storia di una casa infestata da fantasmi, una anonima famiglia vi si trasferisce e ovviamente accadono cose strane, un po’ come potrebbe essere Beelejuice di Burton ma in chiave drammatica-horror.


A.H.S. – Asylum, in onda tra il 2012 ed il 2013, è sicuramente la mia preferita: ambientata negli anni ’60 prende spunto dalla mania per gli alieni con invasioni e rapimenti umani annessi, ospedali psichiatrici criminali, un dottore pazzo che crea belve assassine con esperimenti umani e suore con possessioni demoniache, il tutto legato con sapiente poetica, lirismo e calibrazione di tempi. La ricostruzione dell’epoca è spettacolare, e in una puntata in particolare, la mia preferita, si ripropone il boom dei musical stile Hair o Rent per cui Brodway si arricchì. 


L’ultima ad oggi presentata è A.H.S. – Coven, dove troviamo due fronti di streghe in lotta, cacciatori che le inseguono, e una storia di atroce razzismo nell’America del XVIII secolo, con continui salti tra presente e passato. È la serie questa che mi è piaciuta di meno perché essendo i protagonisti tutti o quasi dotati di poteri magici non si riesce mai a dire con sicurezza se uno è morto oppure no, quindi dopo tante peripezie ormai non ci si aspetta più nulla.

Il fil rouge di tutta la produzione è la colonna sonora, vero e proprio momento di puro terrore (tanto che ogni volta non riesco a guardarla da quanto mi fa impressione, vista una volta basta e avanza). Il compositore è Kyle Cooper, autore delle sigle di The Walking Dead e del film Se7en, per ogni stagione la musica resta invariata mentre cambiano le immagini che scorrono dietro, “La sequenza comprende le immagini di bambini, feti in barattoli, teschi, un abito da battesimo, una divisa da infermiera e una figura in possesso di cesoie insanguinate; tutti elementi che hanno assunto significato col prosieguo degli episodi. La sigle delle stagioni successive mantengono lo stesso tema musicale, con le immagini aggiornate ai temi e alle ambientazioni che caratterizzano i nuovi episodi.” (Wikipedia)

Extended Theme Song (senza le scene)


La critica ha generalmente apprezzato la serie Tv, anche se non sono mancate le note negative, per quanto riguarda i premi vinti ricordiamo il Golden Globe a Jessica Lang per miglior attrice non protagonista nel 2012, e nel 2013 il costumista Lou Eyrich ha ricevuto il Costume Designer Guild Award per i migliori costumi. 



In conclusione certo bisogna avere un po’ di stomaco per vedere una serie horror come questa, ma ne vale veramente la pena, e poi c'è un lato positivo: potrete sempre scegliere di guardare solamente una stagione in quanto auto conclusa e slegata dalle altre, io vi consiglio caldamente la seconda, Asylum, per i motivi suddetti, buona visione e…fatemi sapere come la pensate voi!

Chi è il vostro personaggio preferito?


Nessun commento:

Posta un commento