giovedì 5 dicembre 2013

Piccole, volanti ed esplosive


Dato che oggi mi sento un po' Dominic Monaghan, ho deciso che scriverò un post vagamente entomologico a tema formica. (ecchièdominicmonaghan?)
L'ispirazione mi è venuta girovagando per il mio quartiere qualche tempo fa, quando mi sono imbattuta in una massa di formiche con le ali che si accalcavano l'una sull'altra, non sono stata a contarle, ma erano una quantità incredibile. Visto il mio poco interesse nel continuare la sessione di corsa che avevo appena intrapreso, mi sono fermata ad osservarle chiedendomi perchè tutte quelle formiche alate fossero nello stesso punto senza un apparente scopo.
Le formiche sono moltissime, vivono ovunque e possono essere molto diverse tra loro. Sia all'interno della stessa specie, in cui per esempio i soldati e le operaie sono morfologicamente spesso poco simili, sia in generale. Esistono formiche piccolissime o molto grandi, stanziali o nomadi. Alcune specie vivono in gruppi numerosi, altre in piccole unità.



Questi insetti sono creature eusociali, come anche le api e le vespe, ovvero sono animali sociali che hanno sviluppato caste che non si riproducono, sfavorendo la propria fitness diretta per lavorare a favore degli altri membri della società. Considerando che ci sono moltissime specie di formiche, ho letto fino a 10000 in tutto il mondo ad eccezione dei poli, c'è una grande varietà nella struttura delle colonie. Nel più classico dei casi ci sono una o più regine (nelle società poliginiche) in grado di riprodursi; soldati che difendono il nido e la comunità; operaie sterili e un certo numero di maschi che hanno vita breve e muoiono dopo essersi riprodotti. Sono utili solo per il periodo degli amori, quello in cui le nuove regine -con le ali, proprio come i maschi- sciamano e vanno alla ricerca di un posto per formare una nuova colonia. Ecco cosa combinavano le formiche che ho incontrato nel mio girovagare.


Appena atterrate sul luogo adatto a formare un nuovo nido, le aspiranti regine si liberano delle ali e iniziano a lavorare per creare una nuova colonia.
Sembra che le regine abbiano il completo controllo sul sesso dei nascituri e, spesso, sul comportamento delle compagne. Ad esempio in alcune specie di formiche, le operaie possiedono degli ovari e sono in grado di deporre.
La regina può però ostacolare questa possibilità, marcandole con dei segnali chimici che inducono altre formiche a trattenere e bloccare le possibili rivali. Dopo averla trattenuta anche per giorni, la formica di guardia può decidere di affidare il prigioniero a un'altra formica guardiana.
Anche le formiche operaie, come la regina, sono in grado di comunicare con le altre tramite dei feromoni chimici. Se un'esploratrice trova una fonte di cibo, segna attraverso sostanze chimiche la via del ritorno, in modo che la colonia possa seguire la sua traccia ed arrivare al cibo seguendo lo stesso percorso.

Alcune specie, come le Solenopsis invicta, in caso di alluvione comunicano fra loro unendosi a formare delle zattere viventi che permettono loro di sopravvivere galleggiando sull'acqua.
Le formiche attaccano e si difendono in generale tramite morsi, ma ci sono alcune specie che hanno delle capacità peculiari. Un esempio è la Camponotus saundersi che è una vera e propria kamikaze, in caso di attacco nemico alla colonia, corre contro i predatori contraendo con forza i muscoli addominali fino a far scoppiare una ghiandola addominale piena di veleno addosso agli intrusi.


Un altro comportamento interessante è quello delle formiche amazzoni (Polyergus), formiche predatrici e schiaviste che non sono in grado di mantenere in vita la colonia senza dulosi, vale a dire senza rubare larve e pupe di altre specie che, quando adulte, le accudiranno e le nutriranno.
Altre, invece, scelgono di prendersi cura di insetti diversi dalla propria specie, come gli afidi. Queste si comportano un po' come pastori, allevando insettini che succhiano la linfa dai vasi floematici delle piante per poi espellere quella in eccesso tramite la melata, un composto zuccherino molto amato dalle formiche. La melata è la merce di scambio: le formiche la prendono dagli afidi in cambio di protezione dai predatori.
Se queste si possono definire delle allevatrici, le mie preferite sono senza dubbio le formiche tagliafoglie, quelle che io definisco “contadine”.
Questa specie si trova a Panama, nel centroamerica. Si chiama così perchè è una raccoglitrice di foglie: coltiva giardini di funghi nel proprio nido per il sostentamento della colonia. Li nutre tagliando le foglie che si trovano attorno al nido e trasportandole al suo interno.
Per mantenerli vivi crea degli sbocchi sul tetto per permettere all'aria di entrare ed areare le serre. Praticamente coltiva l'orto per alimentarsi dei suoi frutti, lo trovo fantastico.

Le formiche, trovandosi ovunque, sono degli ottimi indicatori di biodiversità e cambiamenti climatici, ad esempio risentono della frammentazione del paesaggio. Analizzando l'aumento o la diminuzione del numero di specie di formiche si può analizzare a sua volta il benessere di un determinato habitat. Infatti, secondo alcuni studi sulle popolazioni di formiche nelle foreste del Borneo, l'espansione delle piantagioni di olio di palma a discapito di porzioni di foresta pluviale ha portato ad una drastica diminuzione della biodiversità di questi insetti. Inoltre, si è notato che la variazione di umidità e di calore incidono anch'esse nella distribuzione delle formiche.


Dopo tutto ciò, non si può che rimanere affascinati da questi animaletti pieni di risorse, che riescono a trasportare carichi pesantissimi, che sono indicatori di biodiversità e che, essendo così diffusi, spesso ci sembrano solo dei comuni e banali insetti.

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