Tra un esame e un altro riesco finalmente a trovare il tempo per scrivere! Tanto per non smentirmi,
cos’è che ho fatto durante le vacanze di Natale anziché studiare? Ovviamente
tutt’altro: ad esempio, sono andata a vedere ben due mostre di fotografia. Oggi
vi parlerò di una di queste!!
Fino al 6
gennaio, al Museo Alinari di Firenze, è stato possibile visitare la splendida
personale dedicata a Izis Bidermanas,
uno dei pionieri della fotografia
umanistica del secondo dopoguerra insieme ai più noti Cartier-Bresson, Doisneau,
Brassaï e infine Willy Ronis. Ciò che contraddistingue i suoi scatti è però l’intrinseca
poeticità: i protagonisti che egli sceglie di immortalare sono
infatti bambini, sognatori, dormienti, innamorati, pescatori, vagabondi, spesso
ritratti su uno sfondo d’eccezione: “la Senna mi attira sempre, ho lì un
appuntamento con i miei personaggi”.
Queste fotografie furono raccolte nel volume “Paris des Rêves” (“La Parigi dei Sogni”), che valse a Izis la collaborazione con la rivista Paris-Match. Desiderando che le immagini fossero accompagnate da testi, chiese aiuto all’amico poeta Jacques Prévert, che di lui disse: “La fotocamera di Izis è una scatola magica. Dalle sue mani fioriscono come per incanto esseri e cose che si aprono e si animano come quei fiori di carta giapponesi che, posti in un bicchier d' acqua, diventano all' istante esseri o cose di un immediato passato. Più tardi, deposte fra le pagine di un libro, sembrano dormire nei loro letti di carta. Ma il lettore apre il libro e le ridesta alla vita quando vuole, e le riconosce anche se non le ha mai viste prima”.
La fotografia sottostante, ritraente due giovani che si baciano appoggiati al tronco di un albero, mi piace pensarla accompagnata da una delle sue più poesie più famose:
"Les enfants qui s'aiment s'embrassent deboutContre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage, leur mépris, leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour."
Le fotografie, rigorosamente in bianco e nero, sono
molto intuitive e prive di fronzoli. Eppure, nella loro semplicità, stuzzicano
a sufficienza la “fantasia narrativa” dello spettatore, lasciandolo così libero
di immaginare, traendo spunto da esse, il proprio “racconto”: “si dice spesso che le mie fotografie non
sono realiste. Non sono realiste, ma è la mia realtà”. Le immagini che
ritraggono Londra, invece, pur mostrando una città ancora segnata dalle ferite
della guerra, non risultano prive della loro caratteristica aria di spensieratezza
mista a dolcezza.
Tra i soggetti molto amati da Izis si annoverano anche
lo spettacolo di strada e il circo, regno del sogno e dell’illusione: capace di
uno “sguardo benevolo e lucido su coloro
che la società stigmatizza come emarginati”, egli ci guida, attraverso gli
scatti, ad una riflessione sulla condizione tragicomica dell’uomo e ci
suggerisce di trattarla con la leggerezza necessaria a superare le asprezze
della vita quotidiana. In questo sembra inoltre anticipare la tendenza della fotografa americana Diane Arbus, che amava ritrarre gli esseri umani a proprio agio nella loro "diversità" (spesso dovuta ad una menomazione fisica).
Nel 1952 viene inviato in Israele per conto della
rivista Paris-Match: “quando sono
arrivato, ho avuto l’impressione che questo fosse il paese della mia infanzia,
ho riconosciuto i paesaggi…ciò è dovuto alla nostra educazione biblica”. Di
origini ebraiche (il suo vero nome, non a caso, era Izraëlis), le fotografie
che documentano questa sua esperienza lasciano trasparire non solo l’occhio
obiettivo del fotoreporter, ma anche l’immagine del suo sogno di terra
promessa.
Nel 1963 fu l’unico fotogiornalista ammesso da Chagall
durante la realizzazione del soffitto dell’Operà di Parigi: i personaggi che nei
suoi colorati dipinti fluttuano sopra le città somigliano a tutti i dormienti e
sognatori che Izis pesca nello spazio urbano. Nelle immagini che lo ritraggono
al lavoro, l’artista sembra quasi fondersi e confondersi con le sue opere, una
dimostrazione importante della capacità di questo straordinario fotografo di
cogliere in profondità gli aspetti dell’animo umano e della creazione
artistica.
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