Mi reco in compagnia di Joana e Costanza alla scoperta di tre artisti che ancora non conosciamo e la prima ad accoglierci con la sua grafica è Joanna Brzescinska-Riccio che vorrei presentarvi con una frase pescata dal suo sito web: “Percorro la carta con fili sottili di tempo. Sono memorie, illusioni, forse soltanto sogni ad occhi aperti, o chissà, albe nuove….” (http://joannabrzescinska-riccio.com/).
L’autrice polacca ci regala vortici che ci spostano nello spazio e nel tempo, tra astri, luoghi mitici che ricordano i trulli pugliesi e l’infrangersi delle onde sui sassi. Quest’ultima opera si intitola “Anima delle pietre” ed è la mia preferita. Mi ricorda la brezza del mare sul viso, il vento che scuote i capelli e li profuma di sale e mi sembra di sentire il rumore delle onde in tempesta. È impressionante come riesca a trasportarmi con la mente esattamente in quel luogo a vivere quelle emozioni come fosse un rapido viaggio tramite teletrasporto.
Joana invece è conquistata da “Doppler”, un viaggio stellare le cui texture mi appaiono come un fantasioso incontro tra mare e spazio. Mentre Costanza si dirige verso “Ai confini dell’Universo”, più magico e sognatore.
Doppler - Ai confini dell'Universo, Joanna Brzescinska-Riccio |
Protagonista di uno dei primi disegni che osserviamo è la melagrana, simbolo di fertilità (che
è il titolo dell’opera). Essa attira il mio sguardo: è ben dettagliata,
spicca nella spirale che la avvolge e diventa corposa se ci spostiamo
verso sinistra, permettendo alla parte più scura di intensificarsi. Mi
immagino una scena amorosa, con la luna piena nell’angolo e la passione
travolgente tra la vegetazione.
Secondo in alto Fertilità, Joanna Brzescinska-Riccio |
Siamo sorprese dalla
tecnica a china, tantissimi cerchietti e piccoli segni creano immagini
che a seconda dell’angolazione prendono vita in modo più o meno
delicato. La pazienza necessaria per rendere tutto questo possibile ci
appare un ostacolo insuperabile. Per fortuna non tutti la pensano come
noi!
La seconda stanza espone i lavori di pittura di Enzo Verdelli. Una valanga di riferimenti e ricordi ci colpisce: da Mirò, alla calligrafia estremo-orientale, al primitivismo, alla musica e ceramica.
L’opera qui sotto sembra una grande pergamena arricchita di segni che riportano all’Oriente accompagnati da tocchi di colore che la mia immaginazione vede come una pianta rampicante. I tratti bianchi possono apparire come posti a caso con noncuranza, ma visti da vicino sono precisi, raffinati ed eleganti. E' come assistere ad una bellissima danza.
L’altra opera che mi chiama è anch'essa senza titolo e inizialmente la noto poco perché sono catturata da altre visioni. Poi mi sposto e da un lato sento un volto che mi ammicca. Mi giro e vedo un profilo azteco con un vago ricordo dei lavori di Arcimboldo che prima non avevo assolutamente visto e ora mi appare più evidente che mai.
“L’Espansione infinita
dell’Universo” è vincitrice del premio Fiorino d’Argento 2013 e questo
viene evidenziato dalla posizione: poco più sollevata
rispetto alle sue compagne. Sembra un gioco di carte, il mago avrà
indovinato quella che abbiamo pescato? Forse si, perché è tra i lavori
che preferiamo di Verdelli.
Tanti occhi mi osservano e attirano. La parte centrale mi ricorda delle onde sonore e un richiamo al mondo elettrico. L’espansione si legge ovunque, dai cerchi che si propagano, alle frecce che vanno in direzioni contrastanti come se noi ne vedessimo solo una parte, ma oltre la cornice esiste un intero mondo da cercare.
Tanti occhi mi osservano e attirano. La parte centrale mi ricorda delle onde sonore e un richiamo al mondo elettrico. L’espansione si legge ovunque, dai cerchi che si propagano, alle frecce che vanno in direzioni contrastanti come se noi ne vedessimo solo una parte, ma oltre la cornice esiste un intero mondo da cercare.
Ultimo protagonista è Mario Consonni: una rivelazione. In apparenza nulla di originale, molti architetti hanno tutti i giorni a che fare con prospetti simili. Ma sotto i titoli la tecnica indicata è Microsoft Word. È uno scherzo? Come fa a realizzarli? Rimaniamo stupite.
Consonni realizza prospetti architettonici attraverso l’uso di punteggiatura, trattini, linee e forme tipiche del programma Office. Mi viene voglia di provare anch’io e come rientro a casa mi cimento nell’impresa, ma riesco a realizzare solo una casettina composta da un quadrato e un triangolo messo sopra. Osserviamo quasi con le lenti d’ingrandimento ogni punto e ogni linea alla ricerca del procedimento che ha portato al compimento di questa computer art.
Il “Battistero” mi rapisce, mi piace tutto quello che è stato inserito e quello che ha deciso di non mettere.
Costanza e Joana
apprezzano la “Cupola di Brunelleschi” e la facciata di “Santa Croce”,
già di per sé due splendidi capolavori. Le ombre e la precisione mi incantano, non riesco a distogliere lo sguardo perché ci sono molti dettagli, essendo realizzate con essi! Osservando la Basilica mi chiedo come
quel Dante sia stato fatto. Secondo voi?
Non mi è piaciuto della mostra un leggero senso di trascuratezza, soprattutto dove troviamo i lavori di Mario Consonni, ma forse trattandosi di prospetti architettonici di piccola dimensione si voleva dare l’idea di un ufficio per non lasciare la stanza troppo vuota.
Nel complesso Simultanea – Spazi d’arte mi sembra un piccolo tesoro da tenere sotto controllo per le prossime esposizioni che si preannunciano interessanti. L’ingresso è gratuito, dunque non ci sono scuse per non farci un salto e sono sicura che non ve ne pentirete!
Dall’idea al segno
15 dicembre 2013-15 gennaio 2014
SIMULTANEA - SPAZI D’ARTE
Via San Zanobi 45 rosso – Firenze
LUN./VEN. 16.00-19.00 (eccetto 25,26,31 dic.- 1 e 6 genn.)
SABATO SU APPUNTAMENTO
15 dicembre 2013-15 gennaio 2014
SIMULTANEA - SPAZI D’ARTE
Via San Zanobi 45 rosso – Firenze
LUN./VEN. 16.00-19.00 (eccetto 25,26,31 dic.- 1 e 6 genn.)
SABATO SU APPUNTAMENTO
© Photo by Joana Selamaj e Costanza Materassi, all rights reserved.
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