“Così, in base a questi semplici criteri, non aspettate da me copia di nome, di date, di biografie più o meno aneddotiche; ma soltanto la catena ideale che lega i più grandi artisti italiani a seconda dei loro intenti stilistici. Il che, non è poco."
Oggi vorrei parlarvi di un libro: Breve ma veridica storia della pittura italiana, di Roberto Longhi (ed. Abscondita, collana Aesthetica).
Quando leggo sono solita sottolineare le parti che mi piacciono o che sono sicura mi serviranno in futuro per varie ragioni e questo libro è interamente sottolineato! Non trovo molto utile riempire tutto di linee, ma ogni frase mi sembra meritevole di essere ricordata o riletta o studiata ed è per questo che desidero consigliarvelo. Preparatevi a tutto perché se non avete mai avuto a che fare con Longhi o con le sue idee rimarrete sorpresi.
“Vi meraviglierete di vedermi abbordare tanto tranquillamente e con apparente leggerezza i pochi nomi d’artisti che abitavano per avventura le vostre menti come idoli tanto sacri quanto incompresi? Spero che no; e vorrei che mi foste grati di condurvi finalmente dinanzi a loro come artisti e null’altro […].”
Roberto Longhi è stato critico d’arte italiano e nato, secondo me, anche per essere insegnante, come il libro di oggi dimostra. Il linguaggio non è sempre scorrevolissimo anche se scritto per dei liceali da un ventiquattrenne, ma bisogna contare che è stato realizzato nel 1913-14. Nonostante ciò è piacevole, merita perché Longhi parla di arte in modo sublime e i suoi esempi sono potenti immagini a loro volta.
“Tutto è superficie coloristica e come tale va goduto; non dobbiamo domandare sodezza ai corpi, né tentare di girar loro attorno; resteremmo delusi. Ma contentiamoci di trascorrere lo sguardo sulle zone mirabilmente policrome, intaccando con dente leggerissimo la polposa sostanza del colore.”
“Tutto è superficie coloristica e come tale va goduto; non dobbiamo domandare sodezza ai corpi, né tentare di girar loro attorno; resteremmo delusi. Ma contentiamoci di trascorrere lo sguardo sulle zone mirabilmente policrome, intaccando con dente leggerissimo la polposa sostanza del colore.”
Giustiniano e la sua corte, Ravenna - San Vitale |
Devo, purtroppo, fare una critica che vale per la maggior parte dei libri d’arte con cui ho avuto a che fare: le immagini non sono mai dove dovrebbero essere. In questo caso alla fine di ogni parte ci sono le tavole in bianco e nero, così il testo non si interrompe e si possono confrontare le immagini, essendo tutte vicine; ma è molto fastidioso se un lettore (come me) vuole vedere ciò di cui si sta parlando. E così la lettura diventa faticosa perché o faccio avanti e indietro tra il testo e le immagini, o cerco le immagini on-line (così le posso vedere anche con i loro colori) ed è un peccato perché la scrittura merita una tirata tutta d’un fiato di ogni sua parte.
Il libro contiene una premessa fatta da Anna Banti, una parte introduttiva sugli stili chiamata Idee, una seconda parte sulla storia (o meglio sulle connessioni) e infine uno scritto di Cesare Garboli. Adoro la premessa e non voglio svelarvi di più, ma la sfrutto per dirvi in poche e giuste parole quello che è racchiuso in queste pagine: “Non si tratta di uno dei soliti manuali ma di una guida alla comprensione di un linguaggio muto, senza suono e quindi altamente eloquente. Noi lo riteniamo più utile e attuale degli ultimi prodotti didattici usati nei nostri infelici licei.”
Il libro contiene una premessa fatta da Anna Banti, una parte introduttiva sugli stili chiamata Idee, una seconda parte sulla storia (o meglio sulle connessioni) e infine uno scritto di Cesare Garboli. Adoro la premessa e non voglio svelarvi di più, ma la sfrutto per dirvi in poche e giuste parole quello che è racchiuso in queste pagine: “Non si tratta di uno dei soliti manuali ma di una guida alla comprensione di un linguaggio muto, senza suono e quindi altamente eloquente. Noi lo riteniamo più utile e attuale degli ultimi prodotti didattici usati nei nostri infelici licei.”
E sinceramente sono piuttosto d’accordo.
Sogno di Costantino, Piero della Francesca |
Questo libro è la chiave di lettura per leggere l’arte, per capire le differenze, per poter andare in un museo e comprendere l’opera ancora prima di vedere la didascalia con i dati. È un viaggio rapido attraverso un mondo che spesso sembra davvero difficile, ma forse è solo perché non abbiamo le informazioni giuste per poterlo comprendere o, semplicemente, vedere.
Davide, Caravaggio |
Voi l'avete letto? Che ne pensate?
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