mercoledì 5 febbraio 2014

Schiele e il tratto nero

Oggi è una giornata no, di quelle in cui l’unico mio desiderio è rientrare, lanciare tutto sul letto e mettere la musica ad alto volume per sfogare passivamente la frustrazione. Ma poi rientro e in casa c’è il caos. Cerco di sistemare l’urgente tra cui una pila di riviste che decide di scivolare proprio oggi. Aaaahhh!!! Vorrei urlare mille imprecazioni, ma la mia attenzione è cattura dalla copertina del numero di dicembre di ArteDossier. 

Schiele con i suoi contorni decisi, con la sua forza parla direttamente al mio lato più cupo, calmandolo istantaneamente e incantandolo. È come il suonatore di flauto con il serpente, vedo un suo lavoro e sono completamente guidata e controllata dalle sue linee. 

Madre e figlia

Rapido accenno biografico: austriaco, nasce nel 1890 e muore all’età di 28 anni. Ha una vita breve, molto produttiva e piena di malinconia. Vive a Vienna dove conosce Klimt e viene influenzato dal pensiero dell’epoca, in cui la sessualità è protagonista esplicita. Nel 1912 è rinchiuso in prigione a causa di un rapporto controverso con una minorenne (a detta del padre di lei), ma nel processo “è ritenuto colpevole soltanto di aver esibito le sue opere” ( Wikipedia). L’esperienza lo scuote molto. Riesce a ritrovare benessere nel matrimonio, ma la moglie al sesto mese di gravidanza muore d’influenza spagnola contagiandolo e portando anche l’artista alla morte poco dopo. 

Gli amanti, 1917

In un libro (che non ho letto – ops!) è definito “il pornografo” e non ha tutti i torti l’autore, ma è la sua linea che mi divora, non i soggetti né il colore che rende in modo tangibile e graffiante la consistenza. Quel tratto nero che racchiude tutto è così marcato, vibrante e frenetico da scuotermi, rende le persone che rappresenta così vive. Però con estrema precisione racconta anche la loro psicologia e vi leggo malinconia, sensualità, provocazione, menefreghismo e amore. Per me è quello che esprime meglio la personalità e l’animo di Schiele.

Ragazza con le calze grigie, 1917

So che può sembrare un po’ insolito che una persona così malinconica, così (passatemi il termine) brutale possa rasserenare l’umore grigio di qualcuno, ma io funziono così: se sono triste, sto meglio con qualcosa di triste; se sono allegra è meglio ascoltare musica felice; se sono depressa mi oriento verso opere lugubri e deprimenti. Con questo sistema tutto migliora, o quasi! Per le emozioni che mi fa provare accomuno Schiele ad uno dei miei artisti preferiti: Edvard Munch. Sì lo so, non è conosciuto per la sua contagiosa allegria, ma che ci posso fare. Oggi va così! 

E voi avete qualche artista che migliora le vostre giornate grigie?



Libro a cui faccio riferimento sopra: Il pornografo di Vienna

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